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NON MANCATE!
 Il 6 agosto alle ore 20,00 presso "Mamma li turchi" in via delle Beccherie 59, Giorgio Olmoti presenta il suo ultimo libro ON THE ROAD AGAIN - diario di viaggi reali e surreali dentro le galassie degli eroi del motorinismo spinto.

L'iniziativa è la prima di una serie di  appuntamenti culturali pubblici che  le botteghe artigiane di Via delle Beccherie intendono proporre durante tutto l'anno. 

  
 Venti racconti. Venti frammenti di quotidianità, immagini colorate e vivide, precise e dettagliate, anche se i contorni qualche volta sfumano e rimandano ad altro, di un presente che ha mille sfaccettature, in cui ai progetti si mescolano i ricordi, e i punti di riferimento del passato continuano a essere importanti anche dopo tanti anni, dopo che i capelli hanno cominciato a lasciare la testa per il pavimento, e a cambiare colore, perché hanno costituito i fondamenti della formazione – certamente non libresca – di quello che siamo stati, che siamo diventati e che saremo.
On the road again (sottotitolo: Non puoi insegnare nuovi trucchi a un vecchio cane) racconta con ironia e leggerezza, palesando un tributo di ispirazione a una narrativa non solo italiana, ma anche, se non soprattutto, a certi testi statunitensi moderni e contemporanei che parlano di oggi passando per ieri, attingendo a piene mani alla memoria condivisa, a quelle istantanee che sono nella mente di ognuno, tutte uguali e insieme tutte uniche. La penna di Giorgio Olmoti è asciutta e felice, e anche il suo personaggio appare interessante: che parli dunque la sua descrizione, in linea con i brevi testi raccolti nel volume, curato e con una bella copertina, edito da Round Midnight Edizioni, nella collana Little Walter, di ispirazione underground e popolare come l’artista che le dà il nome, Marion Walter Jacobs, che a dodici anni fuggì di casa per inseguire il sogno di diventare bluesman a New Orleans. 

Giorgio Olmoti non è uno che può serenamente dire di arrivare da un posto preciso. La definizione migliore per lui, a qualsiasi latitudine, dovrebbe essere “sangue misto”, come si usava nei film western. In ogni caso nel tempo egli ha selezionato dei luoghi d’elezione, pur astenendosi da sempre dal voto, e s’è fatto carico di un mutuo ventennale per pagare una casa in un perduto bosco friulano, con una rata inferiore all’abbonamento alla televisione via satellite. Torino, Salerno, Udine, Matera, Siena, Attimis, Venezia, Perugia sono le coordinate geoesistenziali di Giorgio Olmoti. Traccia dei diversi dialetti frequentati già in tenera età affiora nella sua scrittura sgangherata. Lavora in editoria e tiene corsi in giro per scuole e università, scrive saggi ma nel suo caso è un ossimoro. Se glielo domanderete vi ripeterà, con il fruscio di un vecchio disco, che si occupa del rapporto tra storia e fonti non convenzionali, citando tra queste la fotografia, la canzone, il cinema, il fumetto. Da anni è vittima di una potente malia d’amore e, in barba alla teoria evolutiva, nel tempo ha avuto anche modo di riprodursi ed è quasi certamente padre. Viaggia su un vecchissimo pick up per il mondo, anche se per le lunghe distanze preferisce il suo fantastico Ciao Piaggio noto alle cronache come “Dersu Uzala”. Giorgio Olmoti da sempre lascia che i suoi passi siano affiancati dall’ombra di un cane.


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